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VISITE GUIDATE AL TEATRO RIVOLI

in collaborazione con il bar

CHEEK TO CHEEK di Valdagno

 

prossime date:

 

31 maggio ore 11:30 - 17:00

1 giugno ore 11:30 - 17:00

2 giugno ore 11:30 - 17:00

Teatro Rivoli, un futuro possibile

la serata

Martedì 15 aprile 2014

Sala Marzottini

 

La serata si è aperta con l’illustrazione di due tesi di laurea sul tema del recupero del Teatro Rivoli.

 

Diego Menti, classe 1986, laureato nel 2013 in Ingegneria Edile/Architettura presso l’università di Trento, ha esposto il suo lavoro dal titolo “Recupero del Teatro Rivoli Valdagno: distribuzione, funzionalità e costruibilità”. Diego ha elaborato un progetto di recupero integrale della struttura, con particolare attenzione alle problematiche di sicurezza e accessibilità, analizzando e risolvendo le criticità tecniche della ristrutturazione, alla luce delle attuali normative e dell’odierno contesto urbano. Il progetto di Diego prevede l’ampliamento dell’ingresso, il mantenimento della sala centrale nella sua attuale estetica con funzione di teatro con circa 730 posti a sedere, il rifacimento della torre scenica e dei camerini. Il salone del primo piano, raggiungibile attraverso le scalinate originarie, diventa un grande Caffè con terrazza a cielo aperto, mentre la balconata viene chiusa e al suo interno sono ricavate due sale da circa 170 posti, una destinata a piccole rappresentazioni teatrali e l’altra a proiezioni o conferenze. Il piano interrato costituisce uno spazio del tutto autonomo destinato ad attività sportive, dotato di spogliatoi e bar. Quanto all’esterno, dinnanzi all’ingresso viene ricavata un’ampia piazza pedonale, dotata di verde, arredo urbano e vasche d’acqua, al di sotto della quale viene realizzata un’autorimessa di circa 300 posti auto.

 

La seconda tesi di laurea, elaborata da Federico Bertolo, classe 1988, laureato in Ingegneria Edile/Architettura nel 2014 presso l’Università di Trento, muove da un’idea differente che è quella del riciclo. La tesi di Federico s’intitola: “Dall’architettura del Bonfanti al riciclo e riutilizzo come fabbrica culturale e creativa”. Il riciclo, in architettura, consiste nella rigenerazione e valorizzazione di manufatti vecchi rendendoli, allo stesso tempo, memoria del passato e fabbrica creativa del futuro.Nel progetto di Federico, il Rivoli diventa un insieme di spazi aggregativi e culturali, fruibili dai cittadini e ideati a sistema con gli altri luoghi di Valdagno e, in particolare, della città sociale.Dell’attuale struttura viene conservata, nella sua attuale estetica, la sola sala centrale, che funge da fulcro del sistema di spazi e da memoria storica del teatro Rivoli. La sala viene completamente chiusa da vetrate e diventa così visibile da tutti gli ambienti collocati intorno alla sala stessa: il progetto, infatti, prevede la creazione di spazi variamente destinabili a bar, esposizioni, sale conferenze, sale lettura, eccetera, collocate in un percorso che, iniziando dalla piazza antistante alla struttura, corre attraverso il piano interrato, sale dalla parte sud del teatro e si snoda nella piano superiore dell’edificio, avvolgendo interamente la storica e ……. sala centrale del teatro, che diviene museo di se stesso.

 

Dopo l’esposizione delle tesi di laurea sono intervenuti gli ospiti della serata, i quali, alla luce della loro esperienza, hanno offerto utili spunti di riflessione per un efficace recupero della struttura.

Aldo Cibic, architetto e designer, ha messo in luce la necessità di individuare, prima di qualsiasi progettazione, le qualità di fondo della struttura e del territorio in cui è inserita, muovendo dalle radici dei luoghi, ciò al fine di rigenerare la forza attrattiva del Rivoli. Occorre partire dalla domanda “Perchè la gente deve venire al Rivoli e a Valdagno?"

La risposta a questa domanda richiede una visione di ampio raggio e un approccio multidisciplinare: ciò che attrae a Valdagno non può essere solo uno spettacolo teatrale, ma una ragione più forte e risonante. Tra le sorgenti di valore del nostro territorio in grado di creare polarità sono state ad esempio menzionate l’acqua e la moda.

 

Piergiorgio Meneghini, direttore società Quartetto Amici della Musica di Vicenza, dal suo punto di vista di operatore artistico, ha rilevato l’elevato spazio a disposizione non rappresenta un problema e che il numero di posti da riempire non deve spaventare, in quanto puntando sulla qualità della proposta e lavorando con le scuole è possibile riempire anche spazi molto grandi.

 

I due architetti Diego Peruzzo e Gianluca Peluffo hanno esortato ad ascoltare i suoni dell’architettura del teatro Rivoli, ad esempio, il carattere ascensionale della struttura, che suggerisce di valorizzare la salita verso l’alto per ammirare la città attraverso spazi che consentano l’affaccio dall’alto, e il binomio opacità-luminosità che potrebbe caratterizzare e distinguere gli ambienti esterni, opachi, da quelli interni, dove si fa cultura, che creano luce.Il tema del piacere e della meraviglia è perseguito di recente dall’architettura. E’ quindi consigliabile affiancare all’approccio pragmatico, fatto di numeri e di spazi, quello poetico ed estetico.

 

A chiusura dell’incontro, Luca Romano, presidente del Gruppo Area, ha sottolineato la necessità di una compartecipazione tra pubblico e privato per il recupero della struttura, che consente da un lato l’accesso a forme di finanziamento regionale ed europeo e dall’altro l’investimento del mondo privato. Ciò che tuttavia serve prima di ogni progetto e risorsa finanziaria è il sogno di tutti i valdagnesi.

Teatro Rivoli, un futuro possibile

Martedì 15 aprile 2014

ore 20:30

Sala Marzottini

Via G. Marzotto 1, Valdagno

 

 

Il gruppo AREA di Valdagno e il Comitato Teatro Rivoli organizzano per la serata di martedì 15 aprile 2014 un incontro aperto al pubblico.

 

Durante la serata interverranno Diego Menti e Federico Bertolo, autori di due tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università di Trento. Entrambe le tesi riguardano un possibile recupero della struttura del Teatro Rivoli.

 

Diego Menti, valdagnese, classe 1986, si è laureato con una tesi dal titolo Recupero del Teatro Rivoli a Valdagno: distribuzione, funzionalità e costruibilità, Relatori Professori Costantini Maurizio e Cacciaguerra Giorgio.

Federico Bertolo, di Arzignano, classe 1988, ha recentemente discusso una tesi intitolata Dall’architettura di Bonfanti al (ri)ciclo e (ri)utilizzo come fabbrica culturale e creativa, Relatrici Professoresse Claudia Battaino e Cristiana Volpi.

 

Visto il forte interesse che suscita tutt’oggi l’argomento, l’incontro vuole riaprire un dibattito costruttivo riguardo le sorti del Teatro; ospiti della serata saranno personalità di rilievo nel campo dell’architettura e del teatro come Luigi Corbani, direttore della Fondazione La Verdi di Milano, Aldo Cibic, architetto e designer di Cibic&Partners, Annalisa Carrara, direttrice artistica del Teatro Civico Schio, Diego Peruzzo, architetto, Gianluca Peluffo, architetto di 5+1AA e Piergiorgio Meneghini, direttore Società del Quartetto Amici della Musica di Vicenza.

 

Attraverso incontri e iniziative stiamo cercando di dare una veste concreta a un progetto culturale che sia possibilmente condiviso dal territorio, dal mondo della cultura e della scuola, per realizzare tutte le necessarie collaborazioni che alimentino in modo adeguato l’operatività futura del Rivoli.

Incontro con Luigi Corbani

 

Il Comitato Teatro Rivoli ha instaurato un proficuo rapporto di collaborazione con il Gruppo Area della Valle dell’Agno formato da imprenditori e professionisti che cercano, attraverso il "Gruppo", di vivere a diretto contatto con i problemi economici, sociali e civili del territorio.

 

Il 28 ottobre 2012, invitato dal Gruppo Area, Luigi Corbani, direttore dell’orchestra La Verdi di Milano (www.laverdi.org) ha raccontato la propria esperienza che lo ha visto protagonista del recupero del Teatro Verdi.

Dice Corbani che il problema di base da porsi fin da subito nel momento in cui si decide di recuperare una struttura con finalità culturali è quello della gestione: gli interventi di ristrutturazione, infatti, non si pongono quasi mai il problema della gestione della struttura che è invece decisivo e prioritario.

 

È necessario avere ben chiaro L’obiettivo da perseguire: la ristrutturazione del teatro e la garanzia della gestione, per 365 giorni l’anno.

Molto spesso non si comprende che i teatri o i luoghi culturali sono elementi sociali fondamentali. La chiusura di un teatro equivale a una diminuzione culturale della collettività. Quando 2000 persone vivono insieme uno spettacolo vivono emozioni diverse ma insieme. Intervenire nella cultura è porsi il problema del futuro del nostro paese.

 

Fondare un’orchestra in Italia ex novo, come è stato per La Verdi, è un’impresa titanica.

Nel processo di avvio e recupero della struttura, l’orchestra La Verdi si è dovuta scontrare con delle realtà che, a Milano, detengono il monopolio (soprattutto dei finanziamenti pubblici) come il Conservatorio e la Scala. Partendo dunque da finanziamenti privati di interessati al progetto, sono riusciti a ristrutturare il Teatro Verdi, costruito nel 1939 dall’architetto Alessandro Rimini e, al tempo della acquisizione da parte dell’orchestra, abbandonato e seriamente danneggiato già da 15 anni. La ristrutturazione del Teatro Verdi è durata un anno e mezzo (1998-1999) e oggi è all’attivo e perfettamente funzionante.

L’orchestra ha lavorato a stretto contatto con architetti e tecnici che hanno agito profondamente sulla struttura, facendo partire i lavori sempre dall’idea di gestione.

 

Così potrebbe essere anche per il Rivoli, dice Corbani, teatro molto interessante sia dal punto di vista storico che strutturale.

Dall’atrio ai camerini, alle sale del Rivoli club fino alla “cavalchina”, lo spazio sottostante al Teatro Rivoli, il teatro si presterebbe a ospitare tantissime realtà diverse.

Il Rivoli potrebbe dunque essere utilizzato per tutte le varietà di espressione culturale: dalla musica alle convention, alle proiezioni, riprese televisive, radiofoniche, spettacoli diventando così un centro culturale a 360 gradi.

 

Infine parla dell’iniziativa privata che ha permesso il restauro del Teatro Verdi: “un mattone per la cultura”.  Grazie all’appoggio di una Banca che ha posto la propria fiducia nel progetto, è stato aperto un mutuo, acquistato il teatro da una S.P.A. e ripagato la ristrutturazione fatta dagli ex proprietari.  Si tratta del primo e unico esempio europeo in cui un teatro è di proprietà di un’orchestra.

L’iniziativa “un mattone per la cultura” ha permesso di vendere quote azionarie dell’immobile ai privati cittadini permettendo così a chiunque di partecipare attivamente al progetto di recupero, attivando un processo virtuoso di partecipazione allargata.

IL TEATRO CHE RESTA

Mostra Fotografica di CORRADO CERON

Da domenica 6 a venerdì 11 novembre 2012

Galleria dei Nani, cortile di Palazzo Festari - Valdagno

 

 

Il Comitato Teatro Rivoli Valdagno è lieto di presentare la mostra fotografica “Il teatro che resta” di Corrado Ceron.

Una panoramica di immagini che ritraggono lo stato attuale dello storico edificio del Bonfanti, rivoluzionato dall’idea architettonica del Santomaso.

Il complesso fotografico intende suggerire un punto di vista emozionale alternativo, aprendo il sipario una volta ancora dopo trent’anni di silenzio.

Particolari eleganti e ricercati mostrano lo spazio nella sua immacolata persistenza, spazio di cultura che ha continuato a vivere nei ricordi di coloro che lo hanno vissuto veramente.

Suddivisa in due parti, la mostra si apre con un piccolo repertorio fotografico di archivio che mostra il teatro nelle sue due trasformazioni architettoniche, per proseguire poi con la selezione di Corrado Ceron.

L’esposizione si propone di proseguire le attività di promozione e sensibilizzazione del Teatro Rivoli promosse dal Comitato, interagendo con la cittadina di Valdagno e con le realtà che vorranno sostenere tali iniziative culturali.

 

 

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